venerdì 19 agosto 2016

Il casco smart e il robot centauro che sfida The Doctor

Quattro studenti di Roma Tre hanno sviluppato un casco da motociclista che 'legge il pensiero' e aiuta ad anticipare le manovre del guidatore. 
E' uno degli esempi di ricerca applicata alla sicurezza, che ha prodotto anche il robot centauro che gareggia con Valentino Rossi. 
Di Celia Guimaraes
pubblicato da: www.rainews.it

Ride è un casco smart che può aiutare il motociclista a controllare il mezzo con il pensiero: funziona esattamente come il principio dell’elettroencefalogramma, con dei sensori applicati all’interno. Gli  elettrodi  leggono i segnali prodotti dagli impulsi elettrici del cervello del guidatore e li trasmettono wireless alla centralina della moto, per controllarne alcune funzioni. Per esempio, mettere la freccia quando il cervello percepisce una curva o preparare i freni se si avverte una situazione di pericolo.   Il casco smart, che ha vinto il primo premio del Mobility Innovation Contest di Honda Europa (sezione Ricerca e Sviluppo), è stato progettato dal Biolab3 dell’Ateneo romano per mettere la tecnologia al servizio della sicurezza stradale dei centauri. Il prototipo è stato realizzato da Valentina Calà, Leonardo Franco, Andrea Pittella ed Eliana Streppa, quattro studenti del corso di laurea magistrale in Biomedical Engineering, guidati dai tutor Daniele Bibbo e Carmen D’Anna.   “Siamo molto soddisfatti che un progetto di ricerca applicata, svolto da studenti e docenti di Roma Tre, si sia distinto nelle prime due fasi di selezione delle proposte più innovative del Lazio”, è il commento di Chiara Tonelli, delegata del rettore per startup e imprese. Ci auguriamo che il progetto Ride evolva al meglio nei prossimi tre mesi e possa arrivare a concorrere al Premio Nazionale dell'Innovazione di PniCube, l’associazione degli incubatori d’impresa, in programma all’inizio di dicembre a Modena".    Robotica e Big Data  Ricerca e sviluppo non si limitano, quindi, alle auto senza guidatore ma puntano alla sicurezza di centauri e ciclisti. Come il casco connesso, sviluppato in Svezia da Volvo, Ericsson e Poc, che avverte il guidatore dell’auto che c’è una bici in avvicinamento e vice versa. Anche la robotica cerca di dare un contributo alle soluzioni innovative: dal prototipo di robot ciclista di qualche anno fa, all’avveniristico robot centauro sviluppato  dalla Yamaha, che impara a gareggiare contro nientemeno che Valentino Rossi. Alla base di queste ricerche c’è il tema della sicurezza, sia per le vite umane che per costi economici dovuti agli incidenti. Il più recente rapporto globale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Road Safety Report 2015, parla di oltre un milione e 200 mila morti l’anno e 50 milioni di feriti a causa di incidenti stradali. I dati aggregati provenienti da sensori e mappature potranno quindi essere di grande aiuto anche per indirizzare le politiche di prevenzione.

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