sabato 27 agosto 2016

Facebook Safety Check: perché è importante

Il social network ha attivato tempestivamente lo strumento di segnalazione in caso di emergenza. Usarlo è fondamentale, così come aprire il Wi-Fi

pubblicato da: www.panorama.it

Rete Sociale, Facebook, RetePrima i social media, poi tutto il resto. Anche stamattina, alle prime notizie sul terremoto che ha colpito il Centro Italia, migliaia di persone hanno cercato conforto, aggiornamenti e ulteriori approfondimenti su Facebook e Twitter. Logico, quanto mai fondamentale, che questi mezzi si adoperino per semplificare al meglio il flusso di informazioni che riguardano un tema specifico, come quello odierno. Usare gli hashtag è un metodo veloce per accedere a determinati post (#terremoto, #amatrice, #viasalaria, #pescaradeltronto, #rieti, #ingv quelli di trend stamattina) che però non ci dicono se famigliari e amici nei dintorni stanno effettivamente bene.

Ad assolvere il difficile compito è Facebook, con il suo Safety Check. A differenza di quanto accaduto per eventi tragici del recente passato, come gli attentati terroristici di Parigi e i bombardamenti in Nigeria, il Safety Check per l’Italia è nato come risposta ai post dei singoli utenti, che avevano cominciato a informare la rete del loro stato di salute: “A seguito di un recente Safety Check generato dalla community, abbiamo attivato il Safety Check Facebook in occasione del terremoto che ha colpito l’Italia centrale. I nostri cuori sono con tutti coloro che sono stati toccati da questi tristi eventi. Il Safety Check è un modo semplice e facile per far sapere di essere al sicuro e per controllare che lo siano anche le altre persone a seguito di una crisi o di un disastro. Ci auguriamo che questo strumento sia utile per le persone delle zone colpite e che lo trovino un modo efficace per comunicare ad amici e parenti di essere in salvo e al sicuro” – ha spiegato il team del social network.

Al di là di ogni estremo uso dei media 2.0, sfruttare uno strumento come il check di sicurezza di Facebook è importante per una serie di motivi. In primo luogo consente di conoscere realmente la situazione di un conoscente che si trovava nelle vicinanze del terremoto, adoperando la vasta rete di amicizie e l’opzione di “richiesta conferma”, qualora non si avessero ancora sue notizie. Inoltre, quando un evento del genere accade in un periodo relativamente ancora di vacanza, si sente ancora più l’esigenza di sapere in tempo breve se una certa persona è al sicuro, visto il via vai di turisti lungo tutta la penisola.

Evitare di sovraccaricare le linee telefoniche dei luoghi colpiti, dove è probabile che siano state coinvolte anche le torri degli operatori nazionali, è una delle ragioni che rendono così utile il Safety Check, capace di sostituire sms e telefonate, almeno in un primo momento. Certo, direte voi, se lo smartphone non riesce a trasferire dati diventa tutto più difficile; ed è per questo che entra in gioco il Wi-Fi.

Aprire la rete wireless di case e uffici, sia dei luoghi più prossimi che di quelli più distanti, è una spinta ulteriore all’opportunità di avvalersi del Check, rendendolo più efficace su larga scala. Per togliere la password al Wi-Fi non bisogna essere esperti, basta seguire questa procedura:

digitare dal computer l’indirizzo http://192.168.0.1 oppure http://192.168.1. (o quello indicato sulle istruzioni del router)
inserire username e password per accedere alle impostazioni avanzate (non quelle della navigazione a internet); di solito sono “admin” e “admin”, ma è possibile trovarle sul libretto dell’apparecchio
una volta dentro, nel menu delle opzioni bisogna rendere libera e senza protezione la rete, togliendo la spunta al campo della password
salvare, uscire dal browser e riavviare il router.

venerdì 26 agosto 2016

iPhone raccoglierà foto e impronte dei ladri

Un nuovo brevetto Apple promette di raccogliere impronte digitali e immagini frontali degli utenti indesiderati, per identificare rapidamente i ladri.

pubblicato da: www.webnews.it

Potrebbe complicarsi ulteriormente la vita, per coloro che fossero intenzionati a sottrarre indebitamente un iPhone al legittimo proprietario. Un nuovo brevetto Apple, infatti, potrebbe porre fine ai furti indesiderati: grazie a una tecnologia elaborata da Cupertino, il dispositivo elettronico potrebbe raccogliere le impronte digitali e le immagini della fotocamera frontale, affinché il malintenzionato venga immediatamente identificato.

Telefono, Mobile, ChiamareReso pubblico dall’U.S. Patent and Trademark Office, il brevetto si intitola “Cattura biometrica per l’identificazione dell’utente non autorizzato”. Stando a quanto illustrato dalla registrazione, gli iPhone e gli iPad potrebbero essere presto in grado di raccogliere informazioni sui ladri di dispositivi, salvandone silenziosamente le impronte digitali e le immagini riprese dalla fotocamera frontale. Al momento, tuttavia, non è dato sapere se questo brevetto sia realmente applicabile, poiché potrebbe scontrarsi con varie leggi varate negli stati in cui Apple opera.

A oggi, l’utente ha disposizione cinque tentativi per sbloccare il proprio iDevice tramite TouchID, per poi essere obbligato a inserire la password di sicurezza alfanumerica. In caso tutti questi tentativi venissero esauriti, il dispositivo rimane bloccato o cancella tutti i dati contenuti, a seconda delle impostazioni volute dal proprietario.

Con la novità prevista dal brevetto, invece, all’inserimento di un codice errato o di una scansione non riconosciuta, il device potrà raccogliere le impronte digitali e l’immagine dell’utente tramite la fotocamera frontale, inoltrando questi dati all’utente originario per consentirne l’immediata identificazione. Naturalmente, Apple ha previsto diversi scenari di utilizzo, per evitare che il sistema si attivi anche per comuni sbagli del proprietario stesso, quale l’immissione sbadata della password.

Non è però tutto: i dati raccolti da Apple potrebbero essere inviati a un server protetto, per poter essere confrontati con un database di utenti conosciuti, affinché non si verifichino errate attribuzioni fraudolente. Non capita di rado, in particolare con iPad, che i dispositivi vengano infatti regolarmente sfruttati da più persone all’interno dello stesso gruppo familiare o amicale.

Non è però dato sapere se il brevetto, registrato lo scorso aprile da Byron B. Han, Craig A. Marciniak e John A. Wright, verrà tradotto effettivamente in una tecnologia alla reale portata dei consumatori. Così come riferisce MacRumors, questo sistema appare vagamente in contrasto con l’impegno strenuo che Apple ha deciso di sposare per la privacy, quindi non si esclude che il gruppo californiano sia al lavoro su metodi meno intrusivi.

giovedì 25 agosto 2016

MacBook Pro: Sierra svela USB 3.1 e Thunderbolt 3

Una stringa di codice di macOS Sierra svela come i futuri MacBook Pro potranno contare su porte USB e Thunderbolt dalla velocità fino a 10 Gb/S.

pubblicato da: www.webnews.it

Emergono nuove indiscrezioni sulla rinnovata linea dei MacBook Pro, attesa per l’autunno inoltrato e forse dotata di una nuova barra funzione OLED e touchscreen. Dall’analisi dell’ultima beta di macOS Sierra, il nuovo sistema operativo per Mac in via di rilascio finale sempre in autunno, spuntano infatti importanti caratteristiche degli imminenti laptop. In particolare, relative alla velocità delle porte di comunicazione.

Workstation, Ufficio, Business, NotebookLe stringhe di codice in questione, rese note da 9to5Mac, sembrano essere relative all’abilitazione, in macOS Sierra, del supporto per il “Super Speed Plus”. Questa definizione non è nient’altro che un sinonimo per identificare lo standard USB 3.1, nella specifica dello scorso gennaio: grazie a questo standard, le porte in questione potranno raggiungere i 10 Gb/s. Al momento, invece, OS X El Capitan supporta solo la prima generazione di USB 3.1, per trasferimenti da 5 GB/s. Il dato rilevante, tuttavia, è notare come gli attuali MacBook Pro non supportino la seconda specifica, di conseguenza la stringa di codice potrebbe far riferimento a un futuro modello.

Non è però tutto, perché sempre da Sierra emerge come i MacBook Pro del futuro verranno aggiornati all’ultima revisione di Thunderbolt 3, una porta che permetterà di supportare sempre i 10 Gb/s di USB 3.1 e lo standard DisplayPort 1.2.

Al momento, non è noto quando i nuovi laptop targati mela morsicata vedranno effettivamente la luce, anche se tradizionalmente il keynote di lancio potrebbe avvenire nel mese di ottobre. Così come già accennato, da settimane si vocifera il possibile redesign della scocca, completato con una barra OLED e touchscreen per la gestione rapida delle preferenze e, forse, anche da un lettore di impronte digitali TouchID. Di pochi giorni fa, invece, la possibile introduzione della nuova architettura sviluppata da AMD per la GPU, per garantire anche su MacBook Pro una potenza di calcolo non troppo lontana dalle soluzioni desktop di medio livello. I nuovi laptop, infine, verranno proposti al pubblico ovviamente con macOS Sierra preinstallato.

Privacy, WhatsApp 'rivelerà' il tuo numero a Facebook

Dopo quattro anni cambiano i termini della privacy: il servizio di messaggistica comunicherà i dati alla piattaforma social. Non saranno pubblici né passeranno nelle mani degli inserzionisti, rassicura l'azienda, ma serviranno ad attivare nuovi servizi o suggerire nuove amicizie.

pubblicato da: www.repubblica.it

Privacy, WhatsApp 'rivelerà' il tuo numero a FacebookWHATSAPP e Facebook sempre più legate a doppio filo, a tal punto che uno spiffererà il nostro numero di telefono all'altro. Sempre che non lo abbiamo già fatto noi. La novità è annunciata nel blog ufficiale dove il servizio di messaggistica informa su un importante aggiornamento dei termini che regolano la privacy. Ed è proprio la privacy a preoccupare gli utenti, ma dovranno rassegnarsi all'idea di questo ''scambio'' di informazioni tra le due piattaforme che si sono fuse nel 2014.

L'azienda spiega in realtà che i numeri di telefono saranno collegati con i sistemi di Facebook, senza però essere forniti alla società di Menlo Park. Questo affinché il social network possa offrire "migliori suggerimenti di amici" e "inserzioni più pertinenti". Però, rassicura: "nulla di ciò che gli utenti condividono su WhatsApp, compresi i messaggi, le foto, e le informazioni dell'account, sarà pubblicato su Facebook o su altre applicazioni del nostro gruppo di applicazioni per essere visto da altri, e nulla di ciò che viene pubblicato su queste applicazioni sarà condiviso su WhatsApp per essere visto da altri".

D'altra parte, la società sottolinea che i messaggi inviati dagli utenti vengono crittografati per impostazione definita. Motivo per cui continueranno a non poter essere visti né da Facebook né da WhatsApp.

Nel prossimo futuro, si legge ancora sul blog, verranno esplorati modi "per poter comunicare con le imprese che interessano", posto che comunque il servizio resterà comunque senza banner pubblicitari da parte terze né spam.

Tra le funzionalità che potrebbero essere testate negli ultimi mesi, e che hanno portato all'aggiornamento dell'informativa sulla privacy, vengono segnalate la possibilità  di ricevere informazioni dalla banca circa transazioni potenzialmente fraudolente, o di ricevere notifiche da una compagnia aerea su un volo in ritardo''.

Funghi 'riciclano' batterie di smartphone e tablet

Recuperano cobalto e litio rispettando ambiente

pubblicato da. www.ansa.it

 © ANSALo smaltimento delle batterie ricaricabili di smartphone e tablet potrebbe non essere più un problema: questo grazie a tre microscopici funghi 'minatori', normalmente presenti in natura, che sono capaci di estrarre cobalto e litio attraverso un processo di riciclo del tutto rispettoso dell'ambiente. Lo hanno scoperto i ricercatori dell'Università della Florida del Sud, che presentano i risultati dei loro studi a Philadelphia in occasione del convegno della Società Americana di Chimica (Acs), la più grande società scientifica al mondo.
    ''L'idea è di uno studente, che aveva già avuto esperienza nell'estrazione dei metalli dalle scorie prodotte dai processi di fusione'', afferma il coordinatore dello studio, Jeffrey A.
    Cunningham. ''Stavamo osservando la rapida diffusione degli smartphone e degli alti prodotti con batterie ricaricabili - aggiunge - e lì abbiamo concentrato la nostra attenzione. La richiesta di litio sta crescendo rapidamente, e le attività di estrazione non sono più sostenibili''.
    Una soluzione al problema potrebbe appunto arrivare dai tre funghi 'mangia-batterie': Aspergillus niger, Penicillium simplicissimum e Penicillium chrysogenum. ''Li abbiamo selezionati perché avevano già dimostrato di saper estrarre metalli da altri tipi di rifiuti'', spiega Cunningham. ''Abbiamo pensato che i meccanismi di estrazione potessero essere simili: in quel caso - aggiunge - i funghi avrebbero potuto estrarre anche litio e cobalto dalle batterie esauste''.
    Per dimostrarlo, i ricercatori hanno polverizzato le batterie agli ioni di litio e hanno dato la poltiglia risultante in pasto ai tre funghi, che hanno cominciato a produrre acidi organici per estrarre i metalli: nei primi test sono riusciti a catturare fino all'85% del litio e fino al 48% del cobalto. Per completare l'operazione di riciclo, i ricercatori stanno mettendo a punto un sistema che permetta di recuperare questi preziosi metalli dal liquido acido prodotto dai funghi.

Nel 2018 app Chrome solo su Chromebook

Entro quest'anno stop alle nuove applicazione per suo browser

pubblicato da: www.ansa.it

 © ANSAANSA) - ROMA, 21 AGO - Entro il 2018 le app per Chrome, il browser di Google, saranno disponibili solo per personal computer con il sistema operativo Chrome e in particolare per i Chromebooks e già da quest'anno non ci saranno più nuove app per le versioni per Windows, Mac e Linux. Lo ha annunciato il colosso di Mountain View sul suo blog questo fine settimana, precisando che la dismissione della attuali app che sono di fatto una funzione aggiuntiva del browser Chrome, avverrà comunque in modo graduale per permette ai programmatori di adeguarsi per tempo. Secondo Google, inoltre, le app di Chrome sono poco usate dagli utenti Windows, Mac e Linux che usano il browser Chrome sui loro pc. Le app di Chrome vanno da quelle per l'editing delle foto come Pixlr Touch Up fino a giochi come Angry Birds, la cui versione è stata però già dismessa, e si scaricano dal Chrome Web Store. Le applicazioni si aprono in finestre separate ma sono di fatto parte del browser. Secondo quanto spiega Google, le app per Windows, Mac e Linux rimarranno scaricabili dallo Store di Chrome fino alla seconda metà dell'anno prossimo, per poi scomparire totalmente all'inizio del 2018.


mercoledì 24 agosto 2016

Opera Free VPN sbarca su Android, iPhone ed iPad [Download

Dopo aver appreso della notizia dell’arrivo di Opera Free VPN (con annessi banner pubblicitari) all’interno del circuito di download di iTunes per iPad ed iPhone nelle scorse ore, aggiorniamo la notizia aggiungendo il fatto che il supporto alla nuova funzione integrata su browser raggiunge anche gli utenti dell’emisfero Android. Ma che cos’è l’applicazione gratuita Opera VPN ed a che serve?

Opera VPNOpera VPN Free rappresenta un sistema utile per garantirsi l’installazione automatica di un profilo Virtual Private Network all’interno dei menu relativi su iOS ed Android. Detto in breve, attraverso l’installazione del prodotto, liberamente scaricabile dai badge a fondo pagina, saremo in grado di derivare la nostra connessione spostandola virtualmente all’interno di un server privato dislocato altrove nel mondo, a scelta tra Canada, Germania, Olanda, Singapore e Stati Uniti . Benché non tutti i protocolli e le applicazioni si rendano al momento compatibili col nuovo sistema, sappiate che ciò ci consentirà  di rimuovere gli annunci pubblicitari dai siti web visitati e e rendere difficile la vita a tutti quei servizi che raccolgono dati sensibili personali a nostra insaputa per poi rivenderli a terze parti a scopo di lucro. Infatti, il team di sviluppo SurfEasy, prevede il totale anonimato nel corso della navigazione online tramite browser. Su iOS, la funzione è presente già dal mese di Maggio 2016 e sbarca, a partire da oggi, anche su Android, dove consentirà inoltre di esaminare lo stato della nostra rete mostrando eventuali problemi di sicurezza e proponendo soluzioni adeguate.

Pubblicato da www.keyforweb.it - Leggi l'intero articolo

domenica 21 agosto 2016

WhatsApp, tempo di addii: presto non sarà più attivo su molti smartphone Apple e Android

La app di messaggistica istantanea più amata nel mondo, WhatsApp, presto non sarà più disponibile su molti smartphone Android e Apple. Ecco la lista completa.

pubblicato da: ilmessaggero.it

WhatsAppUna vera doccia gelata per molti utenti Android ed Apple (e non solo) che sono soliti utilizzare WhatsApp: a partire dal 1° gennaio 2017 molti device non supporteranno più la famosa app di messaggistica istantanea. Esistono, in realtà, molte altre app della medesima tipologia, ma è anche vero che gli utenti di tutto il mondo hanno scelto proprio WhatsApp e quindi si rischia, in un certo senso, di restare tagliati fuori dal mondo. Insomma, molti potrebbero ritrovarsi all’inizio dell’anno prossimo senza poter comunicare ed è quindi necessario conoscere in anticipo quali sono i modelli di smartphone e quali i sistemi operativi che non supporteranno più l’ormai ‘mitica’ app.

La famosa app di messaggistica istantanea WhatsApp non sarà più attiva su molti smartphone. Innanzitutto, la BlackBerry: sono moltissimi i device che non potranno più supportarla e soprattutto non potrà più essere utilizzata sul BlackBerry 10; c’è poi il sistema operativo Symbian, i cui utenti stanno già ricevendo da tempo un messaggio che annuncia che dal 31/12/2016 non sarà più a disposizione il servizio. Insomma, la lista è lunga:

BlackBerry (anche il BlackBerry 10)
Android 2.1 e Android 2.2
Windows Phone 7.1
Nokia S40
Nokia Symbian S60

Ma WhatsApp, presto, non sarà attiva anche su molti smartphone della Apple, come ad esempio l’iPhone 4. Pur essendo uscito oramai 6 anni fa, questo iPhone è ancora molto utilizzato: gli utenti che non hanno eccessive ‘pretese’, ritengono il quarto della serie ancora uno smartphone di assoluto valore. Ed in parte è vero. Presto, però, con l’arrivo del nuovo sistema operativo iOS 10, questi device non potranno più supportare l’aggiornamento e quindi molte app smetteranno di funzionare. WhatsApp, ovviamente, è una di queste.

In tutti i casi, sembra essere chiara la motivazione: è probabile, infatti, una sorta di accordo tra i maggiori brand (Android, iOS, etc.) per fare in modo che gli utenti che si ‘accontentano’ di uno smartphone un po’ vecchiotto siano obbligati ad acquistarne uno nuovo. Senza WhatsApp, di questi tempi, chi riuscirebbe a reggere? Una strategia di mercato ineccepibile.

Wikiverse, l'universo della conoscenza tutto da vedere

L'enciclopedia più famosa della rete ''racchiusa'' in una mappa interattiva in 3D web-based. Così il sapere di Wikipedia diventa una galassia da navigare

pubblicato da: www.repubblica.it

Wikiverse, l'universo della conoscenza tutto da vederePER MOLTI continua ad avere un certo "fascino", ma se anche a voi il look di Wikipedia sembra un po' troppo datato per i tempi moderni, niente paura: da oggi abbiamo a disposizione un nuovo metodo per visualizzare la libera enciclopedia online che conta oltre 38mila voci in 250 lingue. Un sistema che potrebbe migliorare di gran lunga la nostra esperienza, rendendo la ricerca dei testi meno noiosa, e non solo: grazie al suo utilizzo, infatti, il paragone tra il regno creato da Jimmy Wales e Larry Sanger nel 2001 e un universo della conoscenza ci sembrerà ancora più ficcante. Perché Wikiverse, una mappa interattiva in 3D web-based, è letteralmente in grado di trasformare quest'impero di lettere e parole in un cosmo da esplorare.

''Immaginate Wikipedia come una galassia, dove gli articoli diventano stelle'', si legge nella descrizione del progetto curato dall'informatico francese Owen Cornec, con l'obiettivo di mostrarci le voci in ''maniera più coinvolgente''. Così basta andare sul sito e selezionare il numero di articoli di Wikipedia che vogliamo visualizzare in 3D. Sono tre le grandezze disponibili: leggera (50mila testi che equivalgono all'1% di Wikipedia), media (100mila testi; 2% di Wikipedia) e completa (250mila; 5% di Wikipedia). Naturalmente, più grande sarà la quantità scelta e più a lungo toccherà aspettare, però in cambio dell'attesa avremo un panorama più completo dell'intero network e dei suggerimenti migliori. Una volta effettuato il download, possiamo navigare nella galassia: le stelle vicine rappresentano i temi tra loro interconnessi, mentre per leggere le informazioni basta cliccare su ogni puntino iridescente.

Wikiverse è la versione aggiornata di un vecchio esperimento fatto su Google Chrome nel 2014, WikiGalaxy. Per metterla a punto Cornec ha raccolto migliaia di articoli da Wikipedia e creato una mappa in cui sono evidenti i collegamenti e la sovrapposizione di informazioni tra ciascuna voce. Due le pecche: una riguarda i non anglofoni, dato che al momento la lingua disponibile è solo l'inglese; l'altra - come annota il sito di tecnologia The Next Web e come abbiamo potuto testare - è dovuta al fatto che il sistema richiede molta potenza di calcolo, per cui non bisogna essere sorpresi se il nostro telefonino non riesce a caricarlo, meglio provare da pc e godersi lo spettacolo.