giovedì 1 settembre 2016

Apple, stangata Ue: 13 miliardi di euro per «illegali vantaggi fiscali»

L'annuncio della commissaria alla Concorrenza Margrethe Vestager. Cupertino avvia il ricorso contro la «nefasta» decisione, che per il Tesoro americano è una «minaccia allo spirito della partnership economica tra Usa e Ue»

pubblicato da: www.corriere.it

La Commissaria alla Concorrenza Ue Margrethe VestagerUna sentenza da 13 miliardi di euro. Apple dovrà risarcire all'Irlanda una cifra a nove zeri. Lo ha annunciato la Commissaria Margrethe Vestager in una conferenza stampa, che precisa «non è una punizione. Sono tasse non pagate che vanno pagate». Cupertino dovrà quindi restituire le imposte inevase sui profitti ottenuti nel periodo dal 2003 al 2014 grazie a un sistema di aliquote vantaggiose concesse dall'Irlanda grazie a degli accordi fiscali. «Guardando avanti - ha spiegato Vestager - l'obiettivo finale è che tutte le compagnie, grandi e piccole, paghino le tasse dove generano i loro profitti». E, perché si arrivi a questo risultato, serve «un cambiamento nella filosofia aziendale» e «nella legislazione». La commissaria ha quindi sottolineato che il lavoro che attende l'esecutivo Ue è far sì che la competizione tra le imprese «non avvenga a spese dei contribuenti europei. Quando vengo a sapere che Apple ha pagato di tasse l'1% dei profitti, per poi arrivare a pagarne lo 0,005%, come cittadino che pago le tasse io mi sentirei arrabbiato».
La reazione degli Usa
La decisione non è vista di buon occhio da Washington che, pur non facendo commenti espliciti, si dice «preoccupata di un approccio unilaterale nei negoziati sugli aiuti di stato che minacciano i progressi che abbiamo fatto collaborativamente con gli europei per rendere giusto il sistema tributario internazionale». A parlare è Josh Earnest, portavoce della Casa Bianca: «Quando dico giusto, intendo giusto soprattutto per i contribuenti ma anche per le aziende che cercano di fare business nel mondo; alla fine dà benefici all'economia su ambo le sponde dell'Atlantico». Più negativo è il portavoce del Tesoro americano: «Potrebbe minacciare gli investimenti stranieri, il clima degli affari in Europa, e l'importante spirito della partnership economica tra Usa e Ue». Intanto già si fanno avanti proposte di asilo rivolte al gigante di Cupertino. Come quello della Turchia: «Saremmo felici di offrire incentivi fiscali più generosi. Non dovrebbe avere a che fare con la burocrazia Ue», ha twittato il vicepremier di Ankara Mehmet Simsek.