pubblicato da: www.repubblica.it

Pur nella differenza delle reazioni questo è uno dei momenti più difficili per il Tor Project che, lo ricordiamo, è un progetto di anonimizzazione in rete dedicato a chiunque voglia proteggere la propria privacy dalle ingerenze di governi, aziende, gruppi criminali o di pressione. È basato su un network di server, i relay Tor, che rimbalzano le comunicazioni cifrate con il software omonimo e in questo modo garantiscono la sicurezza degli scambi che sulla sua rete avvengono.
Come funzione TOR. Nonostante la sua funzionalità sia stata messa in discussione e in un paio di casi sono state trovate delle falle, subito corrette, nel software, Tor impedisce l'analisi del traffico delle comunicazioni via internet, dalla navigazione alle chat, proprio attraverso quei computer intermedi, gli onion router, gestiti dagli stessi volontari che adesso minacciano lo sciopero, che proteggono i dati trasmessi in rete rivestendoli con tre strati successivi di crittografia. Da qui il nome del progetto: onion in inglese vuol dire cipolla. E Tor è fatto a strati proprio come le cipolle. Da quando è stato "ceduto" dai militari a una fondazione indipendente, The Tor Project ha incarnato l'utopia dell'anonimato su Internet degli hacker delle origini per permettere agli attivisti per i diritti umani e civili, di potere esprimersi liberamente al riparo delle rappresaglie di ogni tipo di potere.
Leggi intero articolo su repubblica.it